lunedì 20 giugno 2011

No, il pollo no!

Mi è successa una cosa strana, dopo la lettura di Eating animals di Jonathan Safran Foer. 




Non mi ha convinto a diventare vegetariana perché a me il prosciutto di Parma, ad esempio, piace troppo. Io lo considero una delle prove non tanto dell' esistenza di Dio quanto della sua bontà. Anche una bella fiorentina, ogni tanto, non è un brutto vivere. Una bella fiorentina di qualità, bevuta con un buon bicchiere di Chianti. Continuo a credere che le proteine delle carne siano di qualità superiore rispetto a quelle dei legumi e quindi mangiare carne di buona qualità, in quantità modeste, non costituisce un pericolo per la salute. La specie umana si è evoluta anche grazie alla carne di mammuth, io non lo so cosa sarebbe successo se si fossero limitati a mangiare radici e piante. 

Ho letto nel libro di Foer notizie dettagliate su come vengono allevati mucche e maiali e sono descrizioni tremende. Ma il mio cervello è riuscito a dimenticarle. Mentre rimane indebilebile il ricordo della descrizione dell'allevamento di polli. Io, da quando ho letto il libro di Foer, non riesco più a mangiare pollo. E dire che mi piaceva, il pollo arrosto. Non è tanto una questione salutista ma mi si stringe il cuore nel pensare alla vita infelice che il pollo ha condotto, senza vedere mai la luce naturale beccando insetti in un pratino. 
E' buffo come i nostri sistemi di credenze e valori, se non stiamo a livellarli in nome della coerenza, si rivelino per quello che sono: un agglomerato magmatico di scelte sentimentali in continua evoluzione. 

Probabilmente non sarò mai vegetariana, però io il pollo da oggi non lo mangio più. 

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